Cane abbandonato...cosa fare?

L'abbandono è l'atto finale di un percorso che nasce da scelte sbagliate e, quindi, da aspettative errate che non hanno permesso di instaurare una relazione equilibrata e rispettosa con il cane. Quello che si ignora, purtroppo, è che il cane è una creatura complessa che ha certamente bisogno di affetto, ma anche di molto tempo ed energie e, soprattutto, di essere educato correttamente. Quindi, è importante conoscere il "libretto delle istruzioni". Quando entra in casa un cane, si forma un nuovo gruppo sociale che va strutturato dalle fondamenta. Se non si sa questo, se non si conoscono le esigenze e i bisogni del cane, il rischio che si corre è proprio l'abbandono, e quindi sofferenza per il nostro piccolo amico. Sto parlando quindi di un'adozione consapevole, che è la forma più potente di prevenzione contro il fenomeno dell'abbandono. È chiaro ormai che la strada pietistica, intrapresa da anni e fatta di foto strazianti o di sguardi tristi, non funziona ed è normale che sia così perché non colpisce chi abbandona gli animali, che evidentemente non ha problemi di coscienza o di rimorsi, ma chi non abbandonerebbe mai i cani. Quindi, la vera prevenzione contro l'abbandono nasce ancora prima di prendere il nostro nuovo compagno di vita e si basa sull'acquisizione di una serie di informazioni che riguardano tutti gli aspetti gestionali e motivazionali, che vanno sviluppati con il proprio veterinario di riferimento. Sto parlando della scelta responsabile, e il primo passo che si deve fare è porsi delle domande: quali sono i bisogni minimi di un cane? Ogni razza ha i suoi bisogni: caccia, annusare per i labrador, mordicchiare per i border collie, che necessitano di scaricare la loro inesauribile energia. È la scelta giusta per me? Non una scelta basata sull'emozione o di moda; a volte, la scelta giusta è un gatto, per il legame con il territorio. Bisogna considerare le risorse economiche e di spazio, per portarlo fuori, ecc. Il modello canile va rivisto; si deve abbandonare la vecchia logica del contenimento per far diventare il canile un luogo accogliente, dove costruire relazioni durature e promuovere la cultura animale.

Decidere di adottare un cane è, prima di tutto, un impegno e quindi un'assunzione di responsabilità. Allo stato attuale, le strutture recettive quali alberghi e spiagge accolgono animali e quindi, da questo punto di vista, si potrebbe dire che il fenomeno dell'abbandono non è solo legato all'estate; adesso non ci sono scuse, si può viaggiare con il proprio cane. Pensare di lasciare il cane in canili o alberghi dedicati a loro rimane sempre una sofferenza per il cane, che deve adeguarsi a un nuovo modello di vita. La soluzione migliore sarebbe quella di abituare il cane a vivere anche in altre case, come quelle dei genitori, per esempio, in modo che, se non possiamo portarlo con noi, resti in una struttura con persone conosciute. Quindi, quando si adotta, prevedere anche piccoli soggiorni in altri ambienti.

Se si trova un cane abbandonato, non ci sono solo cani vaganti; informarsi con gli abitanti della zona se conoscono il cane. Avvicinarsi è sempre un rischio, in quanto il cane può essere impaurito e quindi può attaccare per paura; è sempre meglio che siano persone capaci e che abbiano gli strumenti adatti per poterlo accalappiare. La prima cosa da fare è chiamare i vigili urbani, che sono obbligati ad intervenire; contatteranno il canile che manderà qualcuno a prenderlo, oppure i servizi veterinari dell'ASL, che sono reperibili 24 ore su 24; si possono chiamare anche i carabinieri forestali. Se poi si è in stazione, c'è la Polfer; in autostrada, la Polstrada. Ricordo che abbandonare un cane è un reato, secondo la legge 189/2004, che ha riformato l'articolo 727 del Codice Penale.